sabato 9 giugno 2012

Ferrata del Pratomagno con Beatrice!

Venerdì 08-06-12, finalmente realizzo un sogno e faccio contenta mia figlia, che da molto tempo mi chiedeva di andare in ferrata, e così di buona mattina siamo partiti in direzione di Loro Ciuffenna. Appena arrivati ci prepariamo e cominciamo a salire per il sentire che porta all'attacco della ferrata... ....Da lì parto per primo, avverto la Bea che il primo pezzo è il più difficile, infatti anche io lo sperone che viene leggermente in fuori lo supero con ausilio di ancoraggio al fittone e forzandomi sul cavo...appena arrivo in cima al tratto iniziale vedo che la Bea ha delle difficoltà a progredire, allora visto che non voglio rischiare che si faccia del male e sopratutto siamo lì per divertirci, gli chiedo se da dove è arrivata riesce a scendere, con qualche tentativo e dopo pochi minuti la Bea è di nuovo in fondo all'attacco, scendo anche io, aggirando le roccie su un ghiaione e poi risaliamo per il secondo tratto... ...da quì in poi non ci sono stati più grossi problemi, apparte un passaggio in cui, non avendo appigli, gli ho calato una fettuccia lunga tipo staffa a cui aggrapparsi e in un altro punto, quasi in cima, che causa la stanchezza non riuscendo a tirarsi su con le braccia, ha arrampicato su delle roccette li a fianco, ma senza cavo di sicurezza, apparte questo, ci siamo veramente divertiti!... ...Dobbiamo dire che però non tutto è andato secondo i progetti, avevamo stabilito che una volta arrivati in cima al penultimo pezzo, ci saremo fermati a fare un pò di manovre in corda e qualche doppia, ma purtroppo appena arrivati quasi ad uscire dal terzultimo pezzo, la Bea mi dice ho sentito una gocciola.... ...allora visto il cielo plumbeo e gocciolante, con il fatto che la roccia asciutta mi piace di più e la paura di un temporale, con tuoni e fulmini, tutto vorrei che essere attaccato ad un cavo metallico che corre su una fiancata esposta di un monte, abbiamo accellerato il passo, per cercare di uscire velocemente dalla ferrata... ....forziamo un pò e accelleriamo per arrivare all'uscita del penultimo tratto ferrato, oltre al cavo ed ai moschettoni del dissipatore mi concentro anche sulle gocce che cadono e sulle condizioni del cielo, cercando di vedere se arrivano i lampi, da qualche goccia percepita passiamo ora a molti goccioloni, e non mi rallegra vedere per terra le rocce sempre più a "pois", sembra quasi che le macchiette bagnate si uniformino con l'aumentare dei goccioloni, ma ormai siamo fuori, anche se manca l'ultimo tratto, troviamo momentaneo rifugio sotto uno sperone di roccia e grazie all'alberello sotto il quale c'è la cassetta con il quaderno delle firme.... ....finito di scrivere un pensiero e firmato, il tempo di chiudere il quaderno e rimesso a posto il tutto, con nostro sollievo, smette di piovere e si alza un forte vento a raffiche, tutto sommato meglio della pioggia è, facciamo due passi alla palestra di roccia e guardiamo le varie vie con le loro difficoltà, quì troviamo una presenza a farci compagnia un ramarro bello paffutello ma un pò intorpidito dal freddo..... ... chiedo alla Bea se vuole fare un pò di corda doppia, ma un pò per la stanchezza, un pò per il tempo grigio, mi dice che non gli và, in fine, prendiamo a salire per l'ultimo tratto di ferrata, tra le raffiche di vento e il cielo ancora grigio dopo qualche minuto siamo in cima, stanchi ma soddisfatti e contenti.... foto di rito, ci togliamo l'attrezzatura e ci mangiamo qualcosa, beviamo e ci prepariamo per la discesa sul sentiero, poco dopo che camminiamo in discesa, con un pò di rabbia nostra, ma per la felicità del ramarro, esce un caldissimo sole, e và bene, siamo saliti praticamente sempre su roccia asciutta, ci siamo divertiti e con il caldo ci siamo rinfrescati con una "doccia naturale" una volta arrivati alla macchina!....Grazie Bea! P.S. un ringraziamento agli amici Roberto e Caterina di Obiettivo Montagna di Firenze, per i loro consigli e la loro disponibilità!

giovedì 7 giugno 2012

Rondinaio, Altaretto, Giovo...

Ripartire....ebbene sì, un giorno uno dovrà pure ripartire, e questo vale per tutte le cose che ad un certo punto vengono interrotte, come per esempio fare escursioni oppure provare a raccontarle scrivendo qualcosa, ed ecco allora la mia ripartenza. ...........06-06-2012, 19°anniversario di matrimonio, ma anche giorno di ferie da sfruttare per andare a fare qualche sentiero in montagna....Lago Santo Modenese, Foce di Giovo, Mte.Rondinaio, Altaretto, Mte. Giovo, passo boccaia, Lago Santo Modenese, questo è il giro che ho fatto, ma vediamo di raccontarlo; Arrivo al Lago Santo alle ore 08:05 (partito da casa alle 05:47), zaino in spalla e via per il sent.519 fino ad incrociare il sent.517 almeno sulla carta, perchè in realtà un sentiero l'ho incrociato ma non vi erano numeri identificativi, prendo la carta e guardando la conformazione e le curve di livello, non ho dubbi è questo! Infatti dopo qualche decina di minuti mi trovo al lago turchino, proseguo sul 517, stavolta segnato, ma dopo un pò, causa forse gli scarsi segnavia e una mia distrazione, mi ritrovo su una traccia non segnata ma ben evidente e con impronte di scarponi, la direzione più o meno mi sembrava giusta e ho proseguito senza ritornare indietro all'ultimo segnavia, e invece che al lago torbido mi son ritrovato alla foce di Giovo praticamente, nulla di male, ho solo allungato un pò il percoso, prendo lo 00, che non lascerò più fino alla discesa per il ritorno al lago, e con qualche passaggio di primo grado alpinistico arrivo sulla cima del Rondinaio! foto di rito sulla cima e poi sceso per il passetto, la porticciola e la seconda cima l'altaretto, anche quì per arrivare sù ci sono dei passaggi che impegnano ad usare braccia e gambe contemporaneamente, dalla vetta, oramai tra le nuvole e il forte vento riprendo una dolce discesa fino ad arrivare al passaggio più esposto della grotta rosa, 4/5 mt. di salto verticale da arrampicare con catena e cavo d'acciaio per la sicurezza, devo dire che questo passaggio mi preoccupava, ma in realtà è più semplice farlo che pensarlo, certo non bisogna avere vertigini e avere fermezza nei movimenti... ....non mancano certamente appigli e appoggi nella roccia, volendo lo si sale senza tenersi alla catena! A questo punto si comincia a salire per la vetta più alta del gruppo, il monte Giovo con i suoi 1991 mt. slm, sarà la parte più dura, perchè complice la stanchezza, il fortissimo vento, e il panorama praticamente annullato dalle nubi, unica consolazione, arrivare alla croce della vetta altra foto rituale, tra le nuvole, e poi inizia la discesa poco dopo la croce, lascio lo 00 e mi incammino sul sent.527 fino a passo boccaia, dove il sent.529 mi riporta al Lago Santo, mi fermo al rifugio alpino Vittoria a bere un caffè e poi scendo al parcheggio. Con i ginocchi che rischiano di saltare,ma con una felicità ed una voglia di ripartire subito per un'altrettanto bella escursione! Riccardo Guidi.